Due emittenti brasiliane a confronto: Rede Globo e Rede Record (a cura di Adele Bevacqua)

Articolo a cura di Adele Bevacqua

Nell'immenso Paese verde oro si verifica una "lotta" televisiva tra due contendenti:
da un lato la prestigiosa Rede Globo, marchio di qualità e professionalità lavorativa riconosciuti in tutto il mondo, dall'altro la più piccola e "silenziosa" Rede
Record
, che però è stata ultimamente al centro di interessanti novità e merita di essere tenuta sotto attenta "sorveglianza".




Rede Globo, nota anche come Globo, ha da poco festeggiato i suoi primi 50 anni, avendo iniziato la sua attività il 26 aprile del 1965, a Rio de Janeiro.
Fu fondata e guidata dall'imprenditore Roberto Marinho fino al 2003, anno della sua morte, da allora è gestita dal figlio. Nel corso degli anni '80 la Globo ha acquistato per poi vendere (nel 1993) l'italo-monegasca Telemontecarlo. Rede Globo è un vero e proprio colosso televisivo, che nulla ha da invidiare all'industria
dello star system americano, anzi. Il vanto di Rede Globo è la realizzazione degli studi Projac, si tratta di un immenso set televisivo, in cui ogni giorno si muovono migliaia di persone, tra attori, scenografi, cast tecnico, che collaborano  alla realizzazione di alcune tra le storie più apprezzate e conosciute al mondo.
Numerosi i successi planetari di Rede Globo che hanno reso i suoi attori famosi in ogni angolo dei 5 continenti, per citarne alcuni (e ben consapevoli che molti altri saranno involontariamente omessi) ricordiamo: La Schiava Isaura con Lucelia Santos e Ruben de Falco, Dancin' Days con Sonia Braga e Antonio Fagundes, Vale Tudo (Senza scrupoli) con Regina Duarte e Antonio Fagundes, Roque Santeiro...e l'elenco sarebbe davvero infinito. Anche oggi Rede Globo riscuote grandi successi, dopo la saga sull'emigrazione italiana Terra Nostra con Ana Paula Arosio eThiago Lacerda è toccato alla romantica e suggestiva O Clone, storia ambientata tra il Brasile e il Marocco, che riflette sul tema delle differenze religiose e culturali e su un argomento molto delicato come la clonazione. Poi è stata A Favorita a spopolare in tutto il mondo, una figlia contesa tra due donne, sospettate di aver commesso l'omicidio attorno a cui ruota tutta la vicenda; l'ultimo, in ordine di tempo,
dei successi Globo è Avenida Brasil, successo di pubblico, anche se non ha completamente convinto la critica.
Le produzioni Globo si distinguono per una straordinaria attenzione a ogni dettaglio, nulla è lasciato al caso: scenari incantevoli (spesso le telenovelas, soprattutto quelle su cui si punta di più, vedono alcune puntate girate all'estero: è successo con Terra nostra 2, la Speranza (Esperança) che ha avuto come location la nostra Civita di Bagnoregio o Pagine di vita, vista anche in Italia, che ha ambientato alcune puntate in una incantevole Amsterdam, tra arte tulipani), musiche coinvolgenti e colonne sonore che si adattano alla perfezione ad ogni storia ( vengono realizzate addirittura due trilhas sonoras, una per il mercato nazionale
 e l'altra per la versione internazionale). Ma quella che sicuramente è una pregevole confezione estetica da sola non basterebbe a spiegare il successo e il grande seguito delle globinhas, se non ci fossero anche e soprattutto storie avvincenti, personaggi indimenticabili, dialoghi che conquistano: è questa la vera marcia in più.
L'importanza delle novelas in Brasile è tale che vi sono orari ben stabiliti per ogni tipo di novela: infatti la novela delle sei è quella con la trama più classica e tradizionale, la "solita" storia d'amore contrastata ma alla fine, dopo mille avversità, destinata a trionfare, si tratta spesso di storie d'epoca ( è il caso de La forza del desiderio, arrivata anche in Italia); la novela delle sette presenta una trama ironica e brillante, ricca di vicende esilaranti ma non per questo priva di un suo spessore; infine la novela delle nove (fino a qualche anno fa era la novela delle otto) affronta temi importanti e di attualità; è, o dovrebbe essere, la novela che richiama il maggior numero di spettatori, quella che avvince il pubblico, provocando dibattiti e riflessioni. Ultimamente queste trame, su cui la Rede Globo punta di più, non stanno avendo il successo sperato, nonostante siano firmate da nomi prestigiosi della teledramaturgia brasileira: i casi più recenti sono quelli di Em familia e Babilonia.
Un capitolo a parte meriterebbero le cosiddette miniserie della Globo: si tratta di telenovelas "condensate", per così dire,  in poche puntate (circa 12, ma non vi è un numero prestabilito),
proprio la loro brevità permetta una cura, se possibile, ancora maggiore ai dettagli, alla trama, ai dialoghi...che fanno di queste miniserie dei veri piccoli gioielli.
Dedicati infatti a periodi importanti della storia del Brasile o a personaggi che sono entrati nel mito e nell'immaginario collettivo oppure storie liberamente ispirate a romanzi importanti della letteratura brasiliana (un esempio è quello di Gabriela, da poco terminata sugli schermi di Mediaset Extra, tratta dal romanzo di Jorge Amado), queste miniserie rappresentano un momento importante che favorisce l'unione e la riflessione del popolo brasiliano; seppur con le dovute differenze, a mio avviso, potrebbero essere paragonate, per i temi trattati e per la "serietà" con cui vengono pensate e realizzate, ai grandi sceneggiati degli anni '60  e '70 della Rai che prendevano spunto dalle grandi opere della letteratura mondiale ed avevano un vasto respiro culturale, nonostante il "debito" evidente con il teatro di prosa.






Rede Record, o più semplicemente Record, è una rete fondata da Paulo Machado de Carvalho il 27 settembre 1953 a San Paolo, è quindi la prima tv brasiliana, almeno in ordine
di nascita. Vicina agli ambienti della Chiesa Evangelica, un gruppo che sta aumentando sempre più il suo numero di fedeli in Brasile e che quindi è destinato
ad assumere una progressiva importanza in termini sociali, economici ed inevitabilmente anche politici, Rede Record produce telenovelas abbastanza classiche sia nella trama che nei dialoghi, e in linea con questa scelta editoriale, è anche la TV su cui i brasiliani possono apprezzare le storie messicane, che hanno un loro discreto seguito, mentre la Globo
manda in onda solo novelas brasiliane. Rede Record ultimamente ha inanellato dei buoni risultati: il primo con Pecado Mortal (di cui si è anche parlato sulle pagine di Telenovelas Mania Magazine), una storia andata in onda da settembre 2013 a maggio 2014 e scritta da Carlos Lombardi, il cui stile inconfondibile, quasi fumettistico, ha saputo rendere la realtà sociale di Rio de Janeiro alla fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, con l'affermarsi del traffico della droga e della malavita, senza tralasciare però una romantica e appassionata storia d'amore che ha conquistato grazie anche al personaggio di Carlão, interpretato da Fernando Pavão.
Apprezzato dalla critica, Pecado Mortal non ha ottenuto lo stesso consenso tra il pubblico, ma forse la consacrazione ufficiale di questa storia è venuta, seppur indirettamente, da quella stessa Rede Globo che ha "copiato", in un certo senso, le musiche, le ambientazioni, lo stile dinamico e "sfrontato" di Pecado Mortal nella sua novela Boogie Oogie.
Ultima produzione Record che sta facendo parlare di sé è Os dez mandamentos, che può vantare una ricostruzione storico-religiosa perfettamente curata nei minimi dettagli.
Del resto già Rede Record aveva firmato un grande successo biblico portando sui suoi schermi la storia di José do Egito, trasmessa da gennaio a ottobre del 2013 e interpretata, tra gli altri, da Angelo  Paes Leme, Mayte Piragibe, Samarra Felippo.
 Si tratta di una miniserie in linea con le posizioni religiose di Rede Record, mentre ha fatto molto discutere e attirato parecchie critiche la scelta di produrre Pecado Mortal, una storia molto azzardata per temi, linguaggio e scelte artistiche.

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